Siamo così chiusi su di noi e sui nostri pensieri che non ci accorgiamo di chi ci passa accanto. Libera il nostro cuore Gesù, perché possiamo ascoltare il grido dei nostri fratelli e non solo le nostre assurde paure.
La Legge
S. Gregorio paragona questa donna al fico sterile: è figura dell’uomo che, non volendo produrre il frutto dell’obbedienza, perse il suo stato di rettitudine. I diciott’anni di malattia significano il male dell’uomo, creato al sesto giorno, nei tre momenti della storia: prima, durante e dopo la Legge, fino a quando sente la parola del Signore che lo dichiara libero: sei per tre fa diciotto!
L’uomo, chiuso e rattrappito in sé, sta finalmente diritto innanzi a colui di cui è immagine e somiglianza: è libero, perché brilla su di lui la salvezza del suo volto, il suo Dio (Sal 42,12).
Il centro del brano: «Sei liberata dalla tua malattia», è la constatazione di qualcosa di già avvenuto, i cui effetti permangono. Il miracolo, considerato già avvenuto nel passato, è semplicemente dichiarato. L’annuncio ne fa prendere coscienza e permette all’uomo ancora curvato di raddrizzarsi. Purchè accolga l’annuncio con fede!
Dal Vangelo secondo Luca (13,10-17)
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta.
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato».
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?».
Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.