Spunti di Riflessione a cura di Padre Maurizio Raimondo.
Gesù viene informato che Erode attenta alla sua vita e lo si invita a fuggire e a nascondersi. L’avvertimento cade a vuoto; Gesù fa dire con tutta chiarezza a Erode, a «quella volpe» astutissima, che egli caccia il demonio e opera guarigioni, e che perciò nessuno, neppure Erode, potrebbe fermarlo nella sua lotta contro Satana, per la causa di Dio; aggiunge che lavora finché suo Padre lo vorrà. Sa già che non la durerà a lungo: «oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino». Al terzo giorno — il giorno che il Padre ha stabilito — egli cesserà di lavorare, non per paura di Erode, ma per obbedienza al Padre. La paura degli uomini non lo frena.
Gesù si mostra straordinariamente coraggioso: va diritto e in piena coscienza incontro alla morte, senza differire. Nessuna minaccia umana e nessuna intimidazione di re possono fermarlo. Se egli esige che gli altri si decidano per lui, è perché lui stesso ha preso decisioni irreversibili.
Dal Vangelo secondo Luca (13,31-35)
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».