C’erano una volta tante fontanelle, ogni quartiere aveva la sua, tutte allegre, vive, scroscianti. Con le piazze e le piazzette in cui erano costituivano tanti centri attrattivi, tanti luoghi di incontro in cui si svolgeva la vita comunitaria, la vita “pubblica” dei nostri padri e dei nostri nonni. Intorno a loro si è dipanata la storia antica del nostro amato paese, con le donne a riempire le “cannate” da portare a casa e gli uomini le fiasche prima di andare in campagna.
Le fontane erano emblema e spirito dell’acqua pubblica, dell’acqua di tutti, dell’acqua della comunità.
C’erano tante fontanelle vive, allegre e scroscianti. Molte di esse, forti e tenaci come la tempra dei nostri anziani, sono sopravvissute alla barbarie del consumismo sfrenato, allo sfaldamento dello stesso senso di comunità, al “se vuoi bere, va’ al bar”. Tante antiche fontane di quartiere sono ancora là al loro posto a resistere all’abbandono, all’incuria, al degrado in cui noi, ingrati eredi di tanto patrimonio, le abbiamo lasciate. Ora sono lì, sempre al loro posto, tranne qualcuna che hanno proprio trafugato, ma sono morte, malinconiche, mute.
Noi pensiamo che non meritino questo destino, per quello che rappresentano nella memoria storica della città, perché sono di per sé simbolo stesso dell’acqua “pubblica”, perché sono emblema della tradizionale ospitalità fondana per l’accogliente ristoro che possono offrire al turista che ci viene a trovare.
Per questo chiediamo con forza all’amministrazione e alla forza politica che guida (?) Pagani di ridare vita a questo tradizionale patrimonio della nostra città. Sollecitiamo Sindaco ed Assessore competente a provvedere al ripristino e alla manutenzione di tutte le fontane in tempi brevi, soprattutto del caldo estivo e quindi della maggiore necessità di utilizzo.