• 23 Novembre 2024 17:11

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Siamo invitati da Gesù a considerare il giusto valore del Regno dei cieli.

DiMaurizio Raimondo

Lug 30, 2023

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche»

(dal Vangelo di Matteo 13,44-52)

La parola “tesoro”, che appare due volte nel Vangelo di questa domenica, la usiamo sempre per indicare qualcosa di positivo e prezioso per noi, non solo in termini economici, ma anche culturali e affettivi.

Un tesoro non è solo un forziere sepolto pieno di monete d’oro e gioielli, ma anche un manufatto antico dal grande valore storico e artistico, che anche quando non è nelle condizioni originali va comunque preservato. Tesoro è anche qualcosa a cui teniamo particolarmente e al quale siamo profondamente legati, può essere un oggetto ma anche una persona.

Gollum ne “il Signore degli anelli”, chiama “mio tesoooro” l’anello che possiede e dal quale è magicamente posseduto e lo condiziona. La stessa espressione, ma in maniera meno malevola e magica, la usano i genitori e nonni verso il loro piccolo bambino. E anche mia sorella che fa la maestra, non ricordando sempre al volo i nomi di tutti i bambini, per rivolgersi a loro in maniera positiva dice sempre “dimmi tesoro…”, e così trasmette attenzione affetto.

Nella prima parabola di questo passo del Vangelo, Gesù non si sofferma nel descrivere che tipo di tesoro il contadino ha trovato mentre lavora in un campo non suo, ma sottolinea che quel tesoro rinvenuto inaspettatamente, vale qualsiasi cambiamento e anche il lasciare tutto il resto per poterlo avere. E così anche nell’immagine finale del discepolo che ha tesoro, non ci viene detto di cosa è composto ma che comunque è pieno di cose nuove e antiche da conservare gelosamente.

Quale è il mio tesoro? Che cosa reputo di così prezioso così da fare di tutto per conservarlo e proteggerlo?

Le persone che ho accanto le sento come un tesoro prezioso? Le sento come un dono spesso inaspettato fatto di qualità e caratteristiche che magari non comprendo subito ma so che possono arricchirmi?

Il mio corpo lo sento come un prezioso tesoro? Magari è segnato dal tempo e in qualche parte non è più come una volta, ma è comunque prezioso da conservare…

Il mondo che mi circonda, con la natura e anche la città, lo avverto come un tesoro da non rovinare e deturpare perché mi sostiene nella vita?

La fede che ho ricevuto la sento come tesoro prezioso che dona valore alla mia vita? Cosa faccio per conservare questo insegnamento in modo da non perderlo?

Oppure per me è un tesoro solo quello che ho in tasca o in banca?

Gesù dice che il regno dei cieli è come un tesoro in un campo. Questo campo è la mia vita dentro la quale è nascosta la presenza di Dio, il suo amore che rende me ricco di vera umanità e di amore. Come il contadino che trova inaspettato quel tesoro, anche a me capita di accorgermi della preziosità e bellezza delle persone vicine, dell’ambiente che mi circonda, della fede che mi è stata data. E allora se seguo quel momento faccio di tutto per non perdere i tesori trovati, li rendo sempre più miei, e li metto dentro il forziere del cuore e della mente.

Quale è il mio tesoro…. oggi?

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