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La palatella, il “panino” che si mangia a Ferragosto.

DiGiuseppe Barone

Ago 12, 2023

Più di un semplice panino. Ecco la palatella che si mangia in onore della Madonna di Materdomini di Nocera Superiore: una tradizione che prosegue da generazioni.

Più precisamente, fra la notte del 14 e il 15 agosto, la tradizione vuole che i fedeli si rechino in pellegrinaggio presso il Santuario di Materdomini a Nocera Superiore (provincia di Salerno) per celebrare l’Assunzione di Maria, che ricorre proprio il giorno di Ferragosto. Una volta giunti a destinazione, mangiare la tipica palatella è d’obbligo.

La leggenda narra che la Vergine apparve in sogno a una contadina di nome Caramari, invitando i fedeli a scavare in un punto ben preciso, sotto a una quercia: proprio lì sepolto fu ritrovato il quadro di una Madonna con bambino e così, nel 1061, fu eretta la Basilica in suo onore.

Come raccontato nel romanzo Ninfa Plebea di Domenico Rea, questa festa religiosa unisce sacro e profano«…sarebbe stato difficile tenersi uniti tra la folla della chiesa e quella che si agitava all’esterno sparsa tra le bancarelle dei venditori di per’ e ‘o musso, di pagnotte imbottite di latte cagliato, lumachine del grano condite con aglio, bancarelle di venditori di ‘mpupata».

Fra preghiere, tamorre e danze tradizionali, arriva l’ora di gustare la palatella con la ‘mpupata. Si tratta di un piatto povero, preparato con un filone di pane dalla forma particolare: le estremità sono due nodi che lo rendono simile a una caramella. Originariamente alla vigilia dell’Assunzione non si mangiava carne: i contadini in pellegrinaggio verso il Santuario portavano con se questa sorta di pagnotta, farcita con due semplici ingredienti. Il ripieno si chiama ‘mpupata ed è composto da melanzane sottaceto condite con origano, aglio e peperoncino e alici di Cetara sotto sale. Una combinazione fra terra e mare che garantisce un pasto sostanzioso e saporito.

Ancora oggi la palatella tradizionale viene preparata appositamente in questo modo, non soltanto in occasione della festa religiosa. Irrinunciabile a Nocera Inferiore e Superiore nel periodo di Ferragosto, in particolare fra il 14 e il 15 del mese, durante le tipiche rimpatriate di famiglia, ma anche come pranzo al sacco da portare in spiaggia. In abbinamento non può mancare una bella brocca di vino con le percoche e in conclusione, per rinfrescarsi dal caldo estivo, o mellon e fuoc (melone di fuoco), ovvero l’anguria.

(Fonte di Alessandro Pirollo)

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