A Pagani si discute da giorni del problema “paese sporco”, in un crescendo di interventi dove ognuno segnala la zona che ha appena frequentato, qualche altro replica che ci sono delle colpe, qualche altro ancora insite ad attaccare o difendere secondo il ruolo o l’amicizia. Il paese è sporco, è innegabile, e che lo sia più o meno di prima, per colpa di qualcuno o per demerito di altri, è sporco. Non vogliamo discutere assolutamente di chi volontariamente butta rifiuti dappertutto, di chi imbocca le strade di campagne scambiandole per immondezzai, si tratta di gente meschina che assolutamente dovrebbe essere sanzionata per il grave danno che crea alla comunità.
Ci interessa invece parlare del decoro cittadino, discorso che purtroppo devia – per forza di cose – in direzione delle responsabilità pubbliche in materia. Pagani vive un periodo di incapacità a programmare un serio piano di interventi per la pulizia del paese e per la cura del verde pubblico, e di questo ne sono responsabili negli Uffici comunali interessati. Non si può organizzare la pulizia del paese senza un minimo di organizzazione, e ciò che sta venendo fuori in questi giorni rende ancora più evidente il problema. Non si sa chi, dove, cosa e quando si pulisce, ci si dimena correndo da una parte all’altra seguendo i reclami su Facebook rimproverando chi segnala e chi scrive che il paese non è in ordine. Pulire qualche strada dalle erbe infestanti non vuol dire pulire il paese, chi è incaricato DEVE occuparsi seriamente della questione: calcolare metri di percorso da pulire e costi, effettuare correttamente lo smaltimento, programmare la cura ed il miglioramento del verde pubblico, avere un quadro preciso del paese e di tutte le zone, ognuna con le proprie caratteristiche legate al tipo di piante, di pavimentazione, di frequentazione. Metterci l’impegno, senza aspettare che i cittadini scrivano sui social per intervenire tecnicamente, “maltrattando” a parole chi non si allinea al comportamento lassista degli uffici preposti. No, assolutamente non è così che si può parlare di un lavoro ben fatto.