Abusi perpetrati per mesi da un branco di giovanissimi su due bambine di 10 e 12 anni, stupri che sarebbero anche stati filmati con i cellulari minacciando le vittime di far girare le immagini se si fossero ribellate. Una inchiesta che vede nel mirino almeno una quindicina di ragazzi, quasi tutti minorenni, coinvolti a vario titolo nelle violenze ai danni delle due cuginette.
Al Parco Verde oggi c’è un clima “di morte e di deserto”, ammette sconsolato il parroco Maurizio Patriciello. I pochi passanti inveiscono contro i cronisti, la tensione è palpabile.
Don Maurizio, che da anni denuncia le malefatte della camorra e le colpevoli assenze delle istituzioni, invita la premier Meloni a visitare Caivano per riflettere sul futuro dei bambini di questa terra. “Nessuno ha la bacchetta magica – conclude – ma la parola chiave per riuscire a fare qualcosa è ‘insieme’”.
Il dramma degli stupri dei minori è trasversale scrive Don Patriciello sulla sua pagina Facebook, non possiamo dire che avviene solo nei quartieri disagiati. È vero, ma ciò non m’ impedisce, oggi, di circoscrivere il problema alla mia parrocchia, definita una delle più grandi piazze di spaccio d’Europa. Un territorio dove, oltre alla scuola, la parrocchia e la Compagnia dei carabinieri non c’è niente.
Dove i servizi sociali sono inesistenti, i vigili urbani assenti. Dove i “signori della droga” sono alla continua ricerca di manovalanza spicciola e la trovano nei ragazzini che ripagano lautamente.
Droga, soldi facili, pornografia, assenza dello Stato, abdicazione degli adulti nel campo educativo.
In fondo – diciamolo – abbiamo rubato ai piccoli la gioia di scoprire lentamente, dolcemente, serenamente quanto sia bello amare ed essere amati. Facendoli precipitare nell’inferno del sesso senza amore, senza dignità, senza soddisfazione.