di Sonia Angrisani.
La frana di Montalbino che il 4 Marzo 2005 colpì il Comune di Nocera Inferiore è una profonda ferita in tutti noi. Quel giorno morirono i coniugi Matteo Gambardella e Rosa Califano, il cognato Alfonso Cardamone. A provocare il loro decesso, fu il cedimento di una parte di montagna che distrusse alberi e case. Una tragedia causata soprattutto da scelte che non hanno tenuto conto del rispetto dell’ambiente. Pertanto voglio ricordare le persone che persero la vita nella frana del 4 Marzo 2005 e allo stesso tempo proseguire il mio impegno attivo per la salvaguardia del territorio.
Il rischio idrogeologico nella provincia di Salerno è molto alto e sarebbero poco meno di 600mila le persone a rischio che risiedono in prossimità di zone di pericolo frane. Case vecchie, costruite con criteri ormai superati e che non tengono conto delle vulnerabilità che nel tempo il nostro territorio ha dimostrato di avere. A mettere in luce la vetustà delle case salernitane è l’Istat, l’istituto nazionale di statistica, che ha recentemente pubblicato la mappa dei rischi naturali in Italia realizzata insieme a Casa Italia, la struttura di missione della Presidente del Consiglio dei ministri. A Salerno città il dato è ancora più allarmante con l’80% delle case costruite prima dell’80. In termini numerici vale a dire che dal 2005 ad oggi sono stati realizzati solo 10mila nuovi palazzi in tutto il salernitano. Quello che maggiormente preoccupa è che oltre l’80% di queste case normalmente risulta abitata da almeno una persona ed è stata realizzata in muratura portante piuttosto che in calcestruzzo armato. Si rende necessario pertanto adottare le necessarie pianificazioni di emergenza per la salvaguardia della pubblica e privata incolumità, che il perdurare dei fenomeni metereologici avversi, con conseguente rischio idrogeologico cui il territorio comunale di Nocera Inferiore è notoriamente esposto, con particolare vulnerabilità per le zone limitrofe agli alvei e corsi d’acqua.