Furono attivate nel 2013. Si tratta delle casette di via D’Alessandro, via Vitolo e via Falcone. La S.I. Soluzioni Innovative, che le aveva in gestione, ha manifestato la volontà di cederle a titolo gratuito al Comune. Lo scorso 28 settembre sono state acquisite al patrimonio comunale, un passaggio preliminare che ha portato all’indizione del nuovo bando di gestione.
Il progetto regionale di dotare i Comuni di Casette dell’Acqua risale al 2012. Era essenzialmente volto alla valorizzazione dell’utilizzo dell’Acqua di Rete, buona, controllata e anche ecologica dal momento che il suo utilizzo riduce il ricorso all’acqua nelle bottiglie di plastica. (Ogni bottiglia di plastica risparmiata sono grammi di CO2 non immessi nell’atmosfera). L’acqua dei “chioschi” o casette dell’acqua è uguale all’acqua dell’acquedotto che arriva al contatore di casa.
Utilizzare la casetta dell’acqua richiede una corretta informazione per la salute dei cittadini: la potabilità dell’acqua del rubinetto è garantita. Lo è dalla società che la eroga e lo è, soprattutto, da Asl e Arpa, che eseguono controlli frequenti e molto rigidi. Le Casette dell’Acqua vengono sottoposte a manutenzione una volta all’anno, ma soltanto dalla società che le gestisce. Imbottigliare e conservare acqua richiede che durante tutto il processo non siano presenti batteri. Significa che la bottiglia che si andrà a riempire deve essere sterile, che quando si svita il tappo le mani debbono essere pulite come quelle di un chirurgo che si accinge a fare un’operazione a cuore aperto, cosa assolutamente impossibile perchè su una “mano-tipo” sono presenti ben 150 varietà diverse di batteri.
Anche se l’introduzione delle casette dell’acqua sembra avere solo lati positivi, ci sono però alcuni aspetti delle case dell’acqua alla spina che non convincono:
.
I costi delle casette dell’acqua ricadono sulle bollette idriche comunali. Quindi i costi sono spalmati anche su coloro che scelgono altre forme di fornitura idrica come la bottiglia di vetro con vuoto a rendere o semplicemente l’acqua del rubinetto. Una scarsa informazione ed attenzione agli investimenti da parte dell’Amministrazione, che a sua volta comunica erronei vantaggi alla popolazione, soprattutto alle fasce meno informate.
Trasmette una percezione deformata della realtà: l’acqua della casetta è esattamente la stessa della rete idrica. Inoltre, l’Amministrazione non ha informato la cittadinanza che i costi di gestione ed approvvigionamento saranno a carico della comunità, perché la Società è una Società commerciale, non una Onlus, e i fondi regionali per questo progetto sono finiti ormai da tantissimo tempo.
Non possono essere considerate un servizio pubblico essenziale, dato che la stessa acqua che da esse viene somministrata finisce già sulle case di tutti i residenti, attraverso i rubinetti della cucina;
Un intervento ben poco sostanziale rispetto ad un progetto di corretto smaltimento della plastica rivolto alla cittadinanza e ad una maggiore attenzione ai controlli periodici del gestore della Rete Idrica. Ancora una volta, la fantasia supera la realtà. Come nella favola di Pinocchio, c’è ancora chi vuol farci credere che piantando delle monete crescano gli alberi.