di Sonia Angrisani.
In occasione dell’8 marzo, festa della donna, quest’anno la comunità ”Villa Angela“ di Rete Solidale a Bellizzi, promotrice con l’Associazione Nazionale No AIDS ODV l’iniziativa: “Auguri alle Donne…E non solo”, un collettivo di associazioni che hanno offerto gratuitamente il proprio contributo, insieme al gruppo musicale degli Alfa Sound del Maestro Mario Alfano. Per ritrovarsi in serenità ed amicizia dopo due anni e mezzo di chiusura e sospensione di ogni azione a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, un modo per ricucire le relazioni interpersonali nel territorio, strappate anche solo parzialmente, e per rimarcare che dobbiamo essere consapevoli dei diritti conquistati e di quelli ancora negati alle donne in tutto il mondo, non solo nella ricorrenza dell’8 marzo, ma tutto l’anno. Se il virus SARS-CoV-2 ha colpito tutta la società, ci sono state categorie più colpite delle altre. Le donne in particolare si sono ritrovate esposte su molteplici fronti, come quello economico, familiare e sanitario. Più o meno in questi giorni, cominciavano i primi lockdown in Italia e iniziava un periodo (da cui solo ora, forse, stavamo iniziando a uscire) che ha segnato profondamente, con il numero dei femminicidi in netto aumentato negli ultimi anni, creando anche ripercussioni drammatiche sulla crescita dei più piccoli. Per concludere riprendiamo una frase di John Bowlby psicologo e medico britannico: “Se una società vuole veramente proteggere i suoi bambini, deve cominciare con l’occuparsi dei genitori”. Sappiamo che una donna su quattro lascia il lavoro dopo la nascita del primo figlio, soprattutto nel Sud. Dopo il verbo ‘amare’, il verbo ‘aiutare’ è il più bello del mondo. E non solo l’8 marzo, dunque, perché non basta, perché occorre impegno, continuo, in tutti i campi, per far crescere una coscienza collettiva in grado di dare le mosse al cambiamento. Il genere femminile ha pagato un prezzo altissimo in questa lunga sospensione della normalità che ancora perdura, e la sua condizione sembra peggiorata sotto qualsiasi lente la si voglia esaminare. Sono le donne soprattutto ad avere perso il lavoro in questo ultimo anno (i dati ISTAT svelano che nel solo mese di dicembre, il numero degli occupati è calato di 101 mila unità, di cui 99 mila sono donne: dei 444 mila occupati in meno registrati in Italia in tutto il 2020, il 70% è costituito da donne); è il genere femminile ad essere stato colpito in maggior proporzione dall’aumento della povertà che è conseguito all’epidemia (il rapporto CARITAS 2020 rivela come una netta maggioranza dei richiedenti aiuto alle loro strutture sia composta da donne). Nemmeno le mura domestiche (anzi si potrebbe dire, men che meno quelle) offrono alle donne la sicurezza per la loro condizione. Per questo otto marzo diremo soprattutto che bisogna prevenire tutte quelle forme inaccettabili di discriminazione sessuale, sostenere le vittime di molestie, mobbing e violenza nei posti di lavoro. Questa è la battaglia sociale e culturale che dobbiamo fare tutti insieme, uomini e donne.