L’intervento dell’architetto nocerino Donato Fioretti: “Occorre uno sforzo corale per indirizzare i processi di trasformazione e crescita della nostra città verso la migliore delle mete possibili. E’ auspicabile che dicano la loro tutti coloro che hanno a cuore il futuro della città e che, soprattutto, l’Amministrazione sia aperta e pronta ad accettare il contributo di tutti”.
Il compito dell’Amministrazione deve essere quello di guidare la trasformazione della città contemperando le varie esigenze in maniera tale da realizzare una città in cui i cittadini si riconoscano e della quale siano fieri; e tutto ciò frutto di una nuova cultura comune capace di condurre ad un equilibrio generale tale da consentire il raggiungimento di più umane condizioni di vita associata – spiega l’architetto Fioretti – La città non deve crescere in termini di costruzioni, ma in termini di servizi resi ai cittadini ed è, a mio avviso, fondamentale dotare la città di attrattori capaci di catalizzare l’attenzione su di essa in modo da migliorare oltre alla qualità anche il tenore di vita dei suoi cittadini, ed è in quest’ottica che nasce il mio decalogo per la città. Per rilanciare l’immagine della nostra città occorre puntare sulle opportunità di sviluppo economico e, nel contempo, recuperare quale punto di forza la vivibilità arricchendo la città di ambienti piacevoli in maniera tale da aumentare le occasioni per vivere la città – continua Fioretti – tutto questo dando la priorità alle parti di città maggiormente penalizzate dal punto di vista della vivibilità.
1. Dotare il territorio di almeno un rilevante fattore attrattivo.
2. Sviluppare le capacità necessarie per valorizzare le numerose risorse territoriali.
3. Creare una identità forte e chiaramente percepita.
4. Coagulare l’impegno dei principali attori pubblici e privati su progettualità di medio e lungo termine.
5. Coinvolgere le amministrazioni e le comunità dei comuni limitrofi.
6. Migliorare il quadro paesaggistico dello “spazio rurale”.
7. Le trasformazioni diffuse delle “aree industriali dismesse” indirizzate verso nuovi destini residenziali, terziari e per il recupero di standard.
8. Indirizzare i “contenitori storici” verso un destino che renda merito al loro valore.
9. Recuperare quale punto di forza la “qualità della vita”: arricchire il territorio di ambienti interessanti e confortevoli e moltiplicare le occasioni.
10. Individuare come prioritari gli interventi nelle “parti di città” maggiormente penalizzate.
Se la finalità è la ricostruzione culturale ed umana, occorre che tutti gli interventi siano inseriti in un disegno globale, se gli interventi si compiono senza una strategia, la trasformazione della città sarà ad un tempo incolta ed inutile. Per indirizzare i processi di trasformazione della nostra città verso la migliore delle mete possibili, occorrerà uno sforzo corale per individuare una strategia capace di favorire una buona qualità della vita – aggiunge l’architetto nocerino – La realizzazione di una città migliore deve tener conto di tutti i fatti e gli eventi funzionali, storici, sociali ed economici della città e dei suoi abitanti, l’insieme di persone con le loro necessità, le loro gioie, i loro problemi, i loro sogni. Non abbiamo bisogno di soluzioni sconvolgenti, bensì di una seria meditazione su quanto è stato fatto e su quello che si pensa di fare ed è auspicabile che oltre alle forze politiche si pronuncino tutti coloro che hanno a cuore il futuro della città