Napoli, san Giuseppe Moscati che, medico, mai venne meno al suo servizio di quotidiana e infaticabile opera di assistenza ai malati, per la quale non chiedeva alcun compenso ai più poveri, e nel prendersi cura dei corpi accudiva al tempo stesso con grande amore anche le anime. Originario di Serino di Avellino, nacque a Benevento nel 1880, ma visse quasi sempre a Napoli.
Si iscrisse a medicina «unicamente per poter lenire il dolore dei sofferenti».
Subito dopo la laurea in medicina divenne il dottore personale del futuro Beato Bartolo Longo e tra i due nacque una bellissima amicizia spirituale, e curò gratuitamente i poveri di Pompei.
In una lettera del 20 luglio 1926 Moscati scriveva all’amico Bartolo: “Sempre che posso, faccio una scappata a Pompei, cosa oramai moltissime volte proibitami dalla assillante mia professione. Ma sempre che col treno passo fuggendo, in vista del Santuario, per recarmi lontano, in consulti, cosa frequentissima, il mio sguardo e il mio cuore è lì, ove tra gli alberi si intravede il campanile in costruzione, ai piedi del ciborio, su cui s’innalza l’immagine della Vergine! Mi perdoni se, scrivendo a Lei, vado col pensiero a tanti ricordi cari… Mi creda sempre ai suoi ordini…”.
Da medico seguì la duplice carriera sopra delineata. In particolare salvò alcuni malati durante l’eruzione del Vesuvio del 1906; prestò servizio negli ospedali riuniti in occasione dell’epidemia di colera del 1911; fu direttore del reparto militare durante la grande guerra. Negli ultimi dieci anni di vita prevalse l’impegno scientifico: fu assistente ordinario nell’istituto di chimica fisiologica; aiuto ordinario negli Ospedali riuniti; libero docente di chimica fisiologica e di chimica medica.
Alla fine gli venne offerto di diventare ordinario, ma rifiutò per non dover abbandonare del tutto la prassi medica. «Il mio posto è accanto all’ammalato!». In questo servizio totale all’uomo Moscati morì il 12 aprile del 1927. Straordinaria figura di laico cristiano, fu proclamato santo da Giovanni Paolo II nel 1987 al termine del sinodo dei vescovi «sulla Vocazione e Missione dei laici nella Chiesa».
La memoria liturgica di san Giuseppe Moscati nel Martyrologium Romanum è il 12 aprile ma localmente, dato che il giorno della nascita al Cielo può cadere nei giorni tra la fine della Quaresima e l’Ottava di Pasqua, è stata fissata al 16 novembre.
O San Giuseppe Moscati, medico e scienziato insigne, che nell’esercizio della professione curavi il corpo e lo spirito dei tuoi pazienti, guarda anche noi che ora ricorriamo con fede alla tua intercessione. Donaci sanità fisica e spirituale, intercedendo per noi presso il Signore. Allevia le pene di chi soffre, dai conforto ai malati, consolazione agli afflitti, speranza agli sfiduciati.
I giovani trovino in te un modello, i lavoratori un esempio, gli anziani un conforto, i moribondi la speranza del premio eterno, i medici apprendano che il loro talento è dono di Dio per la vita degli uomini. Sii per tutti noi guida sicura di laboriosità, onestà e carità, affinché adempiamo cristianamente i nostri doveri, e diamo gloria a Dio nostro Padre. Tu sai quante volte mi sono rivolto a te, o medico santo, e tu mi sei venuto incontro. Ora ti prego con sincero affetto, perché il favore che ti domando richiede un tuo particolare intervento per… (nome di un ammalato) che si trova in gravi condizioni e la scienza medica può fare ben poco. Tu, che hai risanato tante malattie ed hai soccorso tante persone, accogli le mie suppliche e ottienimi dal Signore di vedere esauditi i miei desideri. Prenditi cura delle donne in stato di gravidanza, in questo tempo grave in cui leggi inique hanno deciso di fare dell’arte medica un abominio verso i nascituri e le loro madri. O medico santo e compassionevole, nessuno più di te conosce la mia ansia in questi momenti di sofferenza. Con la tua intercessione, sostienimi nel sopportare il dolore, illumina i medici che mi curano, rendi efficaci i farmaci che mi prescrivono. Fa’ che presto, guarito nel corpo e sereno nello spirito, possa riprendere il mio lavoro e dare gioia a coloro che vivono con me. Concedimi infine di saper accettare la santa volontà di Dio e una fede grande per accogliere le disposizioni divine. Amen. 1Pater, Ave, Gloria.