In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
COMMENTO AL VANGELO.
Oggi, di nuovo, Gesù sconvolge i nostri progetti. Stimolate da Giacomo e Giovanni, sono arrivate fino a noi queste parole piene di autenticità: « Il Figlio dell’uomo non è venuto a farsi servire, ma per servire e dare la propria vita» (Mc 10,45).
Quanto ci piace essere ben serviti! Pensiamo, per esempio, quanto gradevole ci risulta la efficacia, la puntualità e la diligenza nei servizi pubblici; o le nostre proteste quando, dopo aver pagato un servizio, non otteniamo quello che aspettavamo. Gesù ci insegna con il Suo esempio. Egli non è solo il servo della volontà del Padre, che include la nostra redenzione, ma, inoltre, paga! E il prezzo del nostro riscatto è il Suo sangue, per mezzo del quale siamo stati redenti dai nostri peccati. Grande assurdità che non riusciremo a capire mai! Egli, il grande Re, il Figlio di Davide, Colui che doveva venire nel nome del Signore, «svuotò sè stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini (…) facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,7-8). Come sono espressive le immagini di Cristo vestito da Re inchiodato sulla croce! Nella Catalogna in Spagna ce ne sono molte e ricevono il nome di “Santa Maestà”. Consideriamo, in maniera catechetica, che servire è regnare e che l’esercizio di qualsiasi autorità deve essere sempre un servizio.
Gesù rimuove le condizioni di questo mondo in tal modo che riaccomoda il senso delle attività umane. Non è migliore l’impiego che ci distingue di più, ma quello che, realizziamo, più identificati con Gesù-servo, con maggior amore a Dio e ai fratelli. Se crediamo davvero che «nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 15,13), allora ci sforzeremo per offrire un servizio di qualità umana e di capacità professionale con il nostro lavoro, pieno di un profondo senso cristiano di servizio. Come diceva Santa Teresa di Calcutta: «Il frutto della fede è l’amore, il frutto dell’amore è il servizio, il frutto del servizio è la pace»