• 23 Novembre 2024 17:30

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«Coraggio! Alzati, ti chiama!». Il cieco è invitato al coraggio, ad alzarsi e all’ascolto della Parola di Gesù. 

DiMaurizio Raimondo

Ott 26, 2024

Dal Vangelo secondo Marco (10,46-52)

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Spunti di Riflessione

«Figlio di Davide»

Il cieco grida: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me». Grida nonostante la folla che lo rimprovera. È la prima volta, nel vangelo di Marco, che Gesù viene invocato e chiamato con questo titolo messianico. All’ingresso in Gerusalemme (11,10) il titolo di «figlio di Davide» sarà gridato dalla folla in mezzo alle acclamazioni. A Gerico, per la prima volta, Gesù accetta che lo si chiami «figlio di Davide». Per la prima volta, Gesù compie una guarigione miracolosa senza imporre il silenzio. Per la prima volta lascia che il miracolato lo segua come discepolo. Il cristiano sarà dunque colui che vede e comprende Gesù crocifisso; e che s’impegna a seguirlo.

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